Trento, sabato 11 ottobre 2008
Roberto Bombarda
E ora mister mozione È pronto al gran salto
In cinque anni il capolista dei Verdi ha prodotto 400 documenti: è record
Adesso si dichiara disponibile a entrare in giunta provinciale
da l’Adige di sabato 11 ottobre 2008
In cinque anni ha presentato 40 disegni di legge, 158 mozioni, 66 ordini del giorno e 102 interrogazioni. È il consigliere provinciale che ha «prodotto» di più.
«Credo sia un record nella storia del Consiglio provinciale. D'altra parte sono stato pagato, e bene, per lavorare tanto ed è quello che ho cercato di fare per sei giorni alla settimana, per cinquanta settimane all'anno, per cinque anni».
Il politico stakanovista risponde al nome di Roberto Bombarda. Cinque anni fa fece il suo ingresso in piazza Dante grazie alla chiamata in giunta di Iva Berasi, la più votata nei Verdi, che gli lasciò il posto in Consiglio. Da piccolo ha imparato a faticare sulle vette e del montanaro ha cercato di portare lo stile in piazza Dante: poche parole, mai alzare la voce e pedalare.
Bombarda, nella prossima legislatura gli assessori saranno soltanto otto e con un solo consigliere si rischia di restare fuori dalla giunta. Risultato: lei potrebbe rimanere a casa.
È il gioco della politica. Peraltro sono ottimista e sono sicuro che faremo due consiglieri. In ogni caso non escludo che Dellai coinvolga nel governo anche le forze con un solo eletto, perché stavolta più che mai c'è bisogno dell'apporto di tutti.
Secondo Boato, lei a capo della lista testimonia la «volontà di rinnovamento» dei Verdi. Però Iva Berasi, assessore provinciale da dieci anni, si ricandida.
Non è nello stile dei Verdi «tagliare fuori» chi ha lavorato con intensità e passione. Mettendo me in cima alla lista, peraltro si è voluto da un lato riconoscere la quantità e la qualità del lavoro svolto e dall'altro dare un segno che nei Verdi ci sono altre persone in grado di svolgere mansioni di governo.
Nel Pd Andreolli è stato escluso proprio perché ha già fatto due legislature in giunta. La regola per voi non vale.
Io credo nelle regole ma anche nel buon senso. Dal canto mio, se dovessi essere rieletto, resterei in politica solo altri cinque anni. Ma non pretendo che valga per gli altri ciò che vale per me.
Chi le aveva proposto di entrare nella lista del Pd?
Più d'uno.
I nomi.
Non li avrete mai. Sono state sia persone con ruoli importanti nel partito sia amici e conoscenti.
Perché non ha accettato?
Perché non sono il tipo che cambia casacca e abbandona le persone con cui ho collaborato bene.
Essere capolista le dà un vantaggio?
Onestamente credo di sì, anche se la legge provinciale, per fortuna, prevede le preferenze. C'era chi pensava che, come accade per il Parlamento, essendo in cima automaticamente sarei entrato in Consiglio.
In Trentino il vostro è un partito in mano a una sola persona: Marco Boato.
Non è proprio così. Marco è indubbiamente un leader ma nel partito tutti i temi vengono affrontati e discussi democraticamente con ampia partecipazione sia degli iscritti sia dei non tesserati, quale sono io.
Perché non ha la tessera?
Nei Verdi del Trentino Alto Adige mi sono trovato benissimo però non ho condiviso la linea dei Verdi a livello nazionale, troppo appiattita sull'estrema sinistra. Io ho dato cinque anni fa la disponibilità a candidarmi avendo votato alcune volte per i Verdi.
E nelle altre occasioni?
Per partiti di ispirazione cattolica.
Con lo scudo crociato nel simbolo...
Sì (ride) . Non sono uno stinco di santo ma sono comunque un cattolico praticante e anche l'impegno in politica è un modo di manifestare la mia fede.
Lei e Iva Berasi provenite entrambi dal Bleggio. È soltanto un caso?
Forse è comune l'imprinting nell'amore per la natura e per la montagna. Peraltro lei da molti anni vive a Trento. Io invece mi sento male, se al mattino quando apro la finestra non vedo cima Serra. Preferisco fare il pendolare a vita. Un giovane che ha studiato è una risorsa per una comunità di montagna; se la lascia per seguire la sua carriera professionale, la montagna perde due volte: perde un giovane e una persona che ha delle competenze.
Se venite eletti entrambi, chi va in giunta?
Lo decide il presidente. Non farò nessuna polemica.
L'Upt ha candidato la presidente dell'Apt di Comano Rosanna Parisi. Le hanno preparato un bello scherzetto.
Mi è sembrata una caduta di stile. Pensavo di aver rappresentato bene la mia valle in questi anni.
Cinque anni fa le deleghi forti finirono tutte agli assessori della Margherita. A voi tolsero anche l'ambiente. Aveva senso entrare in giunta a queste condizioni? Dellai commise un errore grave che nel tempo ha compreso. Tuttavia l'apporto di una forza politica al governo di un territorio non avviene solo con i poteri di un assessore ma anche attraverso un processo decisionale collegiale.
Che in questi anni si è visto poco.
È vero, la collegialità è stata scarsa, ma per i prossimi cinque anni
Dellai ha promesso un maggiore coinvolgimento di tutti. Io voglio crederci.
Se non viene eletto, tornerà all'ufficio stampa di Assindustria?
Penso di sì.
Come può un Verde lavorare per gli industriali?
Nella visione massimalista del mondo si pensa che l'imprenditore sia l'Attila di turno. Invece non è così perché fra gli industriali ci sono persone di grandissima sensibilità ambientale e sociale. È più utile un Verde dentro Confindustria che non nell'associazione contadini in cui, in teoria, dovrebbero essere tutti Verdi.
In Consiglio provinciale in cinque anni ha presentato 400 documenti. Ha ottenuto qualche risultato?
Moltissimi.
I più importanti?
La legge sui parchi con la nascita di nuove aree protette sul Bondone e sul Baldo, il servizio civile provinciale, l'istituzione dell'Accademia della montagna e la legge per l'abolizione dei vitalizi. In moltissimi sottoscrissero l'appello del vostro giornale ma alla fine concretamente ci siamo impegnati in quattro, noi Verdi e Bondi e Pinter della Sinistra democratica.
Qualche assessore non le ha mai detto di non rompere troppo con le interrogazioni?
Non me lo hanno detto ma me lo hanno fatto capire. Peraltro tutte le interrogazioni avevano un taglio propositivo.
Quante volte si è sentito preso in giro dalle risposte alle interrogazioni?
Parecchie.
In Alto Adige i consiglieri Verdi sono tre, in Trentino soltanto uno. Perché?
Sono più vicini al mondo tedesco al quale mi ispiro anch'io. In Austria e Baviera ci sono città in cui i Verdi raggiungono il 20%. E poi in Alto Adige sono meno le liste, 15 invece di 23. Tuttavia i Verdi in Trentino hanno una potenzialità dell'8-10%.
Da dieci anni siete in giunta ma non avete inciso granché. Le nuove strade sono state fatte, i collegamenti sciistici pure, l'inceneritore si farà. Cosa siete rimasti al governo a fare?
L'ambiente si tutela anche con i nuovi treni in servizio in Valsugana, i depuratori, gli interventi per la tutela dell'aria... Se si evidenziassero gli investimenti che indirettamente agiscono sulla qualità dell'ambiente, si noterebbe che il Trentino è ai primi posti in Italia. I Verdi hanno dimostrato di impegnarsi per la tutela del territorio, mentre tanti altri partiti più grandi, che dichiarano di amare la natura, non si comportano di conseguenza.
Lei è stato presidente dell'Apt Comano-Dolomiti di Brenta. In Alto Adige hanno le nostre stesse risorse ambientali ed economiche eppure la loro qualità dell'offerta turistica è migliore. Perché?
Non sono d'accordo. In Alto Adige è più diffuso il modello a gestione alberghiera familiare e l'ospitalità presso le attività agricole, perché con il maso chiuso vivono più intensamente il legame con la montagna, ma il Trentino turisticamente è più ricco e più vario.
In Trentino i parchi sono soltanto uno specchietto per le allodole per i turisti o servono davvero a qualcosa?
Servono moltissimo. Non conservano solo la natura ma recuperano anche l'identità montanara della nostra popolazione.
L'orso può convivere con l'uomo?
Assolutamente sì.
In Paganella e Rendena la pensano diversamente.
Bisogna distinguere tra la validità del progetto e alcuni incidenti che possono accadere in corso d'opera. Serve più informazione ed educazione ambientale.
Lei ha fondato il comitato glaciologico della Sat. Quanti anni di sopravvivenza hanno i ghiacciai trentini?
Non scompariranno mai. L'allarme sul ritiro è evidente ed è la dimostrazione concreta che i cambiamenti climatici sono già in atto. A rischiare di sparire sono invece i ghiacciai dolomitici.
Come fa un militare degli alpini paracadutisti a essere il presidente del Forum trentino per la pace?
Anche San Paolo si è convertito sulla via di Damasco. Andai nei paracadutisti perché ho sempre amato il volo. Peraltro ero l'unico non fascista. Ora il mio sogno è il brevetto per l'aliante.
Rifarebbe la stessa scelta?
No, farei il servizio civile.
Con Marcello Carli ha inventato la commissione consiliare per i rapporti internazionali e con l'Ue che verrà ricordata per la polemica legata alla trasmissione televisiva autopromozionale.
Per la prima volta in Consiglio è stato formalizzato un organo che si occupasse in modo permanente di un tema così rilevante.
Risultati concreti?
Abbiamo seminato. Qualcun altro raccoglierà.
Ha fatto approvare un ordine del giorno per consentire la dispersione delle ceneri nelle aree protette. È la sua volontà?
Sì. Le mie le vorrò in val d'Algone, nel parco Adamello Brenta.
Lei ha due lauree. Ha sempre firmato i documenti consiliari come dottor Roberto Bombarda. È un vezzo?
Forse un'abitudine. Chi mi conosce, sa che non mi sono mai vantato di questi titoli anche perché la seconda laurea, quella in geografia, l'ho voluta per la mia passione per la montagna. Solo con questa, sarei morto di fame.
Sul suo sito scrive che «a pensar male si fa peccato, ma in politica a volte si indovina». In questi cinque anni quando le è capitato di pensare male?
Quando Grisenti è andato all'A22. |